lunedì 31 gennaio 2011

The Green Hornet

The Green Hornet
Michel Gondry, 2011
Michel Gondry è qualcosa come uno dei miei, toh, 5 registi preferiti, il regista al quale affiderei l'adattamento cinematografico di un romanzo del mio autore preferito (David Grossman), per intenderci (Eternal Sunshine of the Spotless Mind il mio film preferito di tutti i tempi, tutti). Amo la cura per i dettagli e come dipinge i suoi personaggi evidenziandone pregi e difetti, e come narra la storia non necessariamente con eventi di particolare rilevanza, ma con le piccole cose quotidiane che sono più vicine allo spettatore. Mi esalta la regia surreale.
E poi, adoro la piega che molti film su supereroi o pretesi tali ha preso da un po' di tempo a questa parte: degli action movie ironici, sì, ma non risibili, leggeri ma non necessariamente svogliati e superficiali. Come ad esempio Iron Man (il primo, non l'ultimo che fa un po' schifo) e soprattutto Kick-Ass.

The Green Hornet pensavo sarebbe stata una scommessa rischiosa, ma dall'alto potenziale per diventare qualcosa di speciale, mai vista prima. Mi ero illusa che sarebbe riuscito ad amalgamare perfettamente questi due miei amati generi così discordanti senza risultare forzato.
A meno di 24 ore dalla visione però sento ancora l'amaro in bocca.

In una sceneggiatura generalmente banale, dall'inizio lento e melenso, piena di personaggi già visti (in film, tra l'altro, di non ottima qualità) si salvano solo qualche scambio di battute ed un paio di gag, e qualche dettaglio registico. Prendiamo la sequenza di Kato che prepara il cappucino, che accenna ad un personaggio che diventerà poi il vero eroe senza neanche riprenderlo in faccia. Oppure il momento in cui Britt Reid mette a fuoco tutti i pezzi del puzzle (data la debolezza della sceneggiatura mi vergogno un po' a chiamarlo così..) e vede lo scenario attorno annerirsi (come accadde a Joel in Eternal Sunshine), e poi ricostruisce tutti i passaggi a mo' di fumetto, sintetico ed efficace. Ecco, per me questi sono piccoli dettagli che se tenuti per tutta la durata del film lo avrebbero reso qualcosa di più che un godibile intrattenimento fine a se stesso. 
Solo che Gondry forza la sua natura, e nel tentativo di avvicinarsi più ai canoni standard dell'action movie mette in scena cose come la focalizzazione degli obiettivi prima di passare all'azione di Kato, e poi anche di The Green Hornet, toccando il fondo e risalendo subito dopo solo per quella bellissima caduta. Insomma, forse se Gondry fosse rimasto fedele allo stile registico che più gli si addice il risultato finale sarebbe stato più fluido, si sarebbe quanto meno distinto. 
Ed invece no. Alla fine abbiamo solo un film molto godibile, e niente più.

Per concludere diamo un'occhiatina al Paese in cui viviamo.
Il pubblico dal canto suo va al cinema convinto di andare a vedere ciò che si è preparato a vedere dal trailer, che facevano sembrare il film non ironico, bensì comico. Ed ecco che basta una battuta sciocca a far scoppiare fastidiose risate in tutto il cinema. Per non parlare di quando Seth Rogen ha detto "paaaaallleeeeee". Il panico.
I traduttori, dal canto loro, hanno fatto molto peggio. "Sì, si chiamerà Il Calabrone Verde. Però d'ora in poi lo chiameremo in inglese, perché fa più figo". No, dico. Seriously?! (lo dico in inglese perché fa più figo)
Per l'amor del cielo, mi sono sentita umiliata. Sembrava una scena tipo dei Griffin dove prendono per il culo qualcuno con esagerazioni oltre l'inverosimile, ma noi lo facciamo seriamente! 
No, ma che dico, neanche il programma scientifico riadattato dai mangiapanocchie degli stessi Griffin aveva fatto un doppiaggio tanto stronzo.
Ma vaffanculo.

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