giovedì 23 dicembre 2010

In the Mood for Love

In the Mood for Love
Wong Kar-wai, 2000

A volte le parole non servono. Semplicemente.. ti lasci trasportare.
Bastano poche cose, ma ben combinate, per rendere di un film un capolavoro.
In "In the Mood for Love" si tratta di giochi di specchi, voci fuori campo che anticipano lo scenario, una musica che si ripete.
Basta prendere una storia lineare e renderla senza tempo, scandire il succedersi degli eventi cambiandosi d'abito e consumando i pasti. Mentre le lancette dell'orologio si muovono senza un perché.

Un amore nato cercando di scoprire la verità, una scomoda verità, che preferisco lasciare non detta.
Un amore cresciuto lentamente condividendo la sofferenza per quella scomoda verità, perché il dolore può unire più delle gioie.
Un amore intenso, forse eterno, ma solo sussurrato. Ostacolato dalle convenzioni sociali, dalle quello che gli altri si aspettano che tu faccia, ma anche dalla stessa coscienza dei protagonisti che non vogliono essere "come loro".

« Quando ripensa a quegli anni lontani, è come se li guardasse attraverso un vetro impolverato: il passato è qualcosa che può vedere, ma non può toccare; e tutto ciò che vede è sfocato, indistinto. »

Passano gli anni ma il ricordo, e forse il rimpianto, per quell'amore perduto prima ancora che potesse sbocciare in tutto il suo splendore non li abbandona. Un sentimento così forte da superare i limiti della razionalità, della realtà, della carnalità.


A volte le parole non bastano quando si vuole descrivere una perfezione dettata dall'alchimia di immagini, suoni, sguardi, e soprattutto silenzi. Un delicato equilibrio per un'opera raffinata, capace di suscitare profonde emozioni, ma anche sensazioni a mala pena messe a fuoco.

 Semplicemente perfetto.










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